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La Cizeta V16T: Un icona della Stravaganza e del vanto degli anni '80

Ci sono auto che sono semplicemente mezzi di trasporto, altre che sono icone di design, e poi ci sono quelle che sono un urlo, un manifesto di un'epoca, gli anni '80.

La Cizeta V16T non è una supercar, è la definizione stessa di eccesso, di un sogno spinto al limite del possibile. Con il suo nome che evoca l'Italia delle auto da sogno e una storia intessuta di aneddoti incredibili, la V16T non è solo un'automobile, ma un'opera d'arte motoristica che ha sfidato le convenzioni e ha probabilmente contribuito alla nascita delle Hypercar. È un'auto nata dalla passione, dall'ambizione e, soprattutto, da un motore che sembrava appartenere a un'altra dimensione.


Il motore V16 della Cizeta
Il motore V16 della Cizeta

Dati Tecnici che Fanno Sognare


Il cuore pulsante della Cizeta V16T è ciò che la rende unica e inimitabile: un motore V16. Non si tratta di due motori V8 uniti, ma di un unico blocco motore longitudinale, posizionato trasversalmente. Questa architettura inusuale, unita al suo design a dir poco aggressivo, ha reso la Cizeta una vera e propria leggenda:

  • Motore: V16 a 64 valvole, con quattro alberi a camme in testa

  • Cilindrata: 6,0 litri (5.995 cc)

  • Potenza: 540 CV a 8.000 giri/min

  • Coppia: 542 Nm a 6.000 giri/min

  • Velocità massima: Circa 328 km/h (204 mph)

  • Accelerazione 0-100 km/h: Circa 4,5 secondi

  • Peso a secco: 1.700 kg

  • Produzione totale: Meno di 20 esemplari (inclusi prototipi e un'unica cabriolet)

Con una tale potenza e un design che ricorda la Lamborghini Diablo, con le sue prese d'aria laterali giganti e i quattro fari a scomparsa (due per lato), la V16T era un mostro di muscoli e stile, una presenza che non poteva passare inosservata su strada.


Cizeta V16T

La Storia di Cizeta e Moroder


La storia della Cizeta Moroder V16T è un intreccio di ambizione, talento e, purtroppo, contrasti. Tutto ha inizio dall'incontro tra un ingegnere italiano, Claudio Zampolli, che aveva lavorato per Lamborghini e aveva un'officina di auto esotiche a Los Angeles, e il celebre compositore di musica elettronica, Giorgio Moroder. Zampolli sognava di costruire una supercar che andasse oltre ogni limite, e Moroder, affascinato dall'idea, decise di investire nel progetto, portando notorietà e capitali.

Il nome stesso dell'auto è un omaggio a questa partnership: "Cizeta" deriva dalle iniziali di Claudio Zampolli (C.Z. in italiano si pronuncia "Ci-Zeta"). L'aggiunta di "Moroder" nel nome del modello sottolineava l'importanza del suo co-fondatore. L'auto venne presentata al mondo al Los Angeles Auto Show del 1989 e fu accolta con grande clamore. Il design, opera di Marcello Gandini, era così vicino a quello che diventerà la Lamborghini Diablo, che per anni si è dibattuto su quale progetto fosse nato per primo.

Purtroppo, la partnership tra Zampolli e Moroder non durò a lungo. Le divergenze creative ed economiche portarono Moroder a lasciare il progetto prima che iniziasse la produzione. Da quel momento, l'auto perse il nome "Moroder" e divenne semplicemente la Cizeta V16T. Nonostante la rottura, Zampolli portò avanti il suo sogno, realizzando una manciata di esemplari quasi interamente su misura per clienti facoltosi, come il sultano del Brunei. Ogni auto era un pezzo unico, assemblato a mano con una cura maniacale per i dettagli.


Cizeta V16T

L'Impatto sul Mercato: Un Lampo nel Buio


La Cizeta Moroder V16T è arrivata sul mercato in un'epoca d'oro per le supercar, ma la sua produzione limitatissima e il prezzo esorbitante (si stimava circa $650.000, l'equivalente di oltre 1,5 milioni di dollari di oggi) l'hanno confinata a un'esistenza di nicchia. Non ha mai avuto l'impatto commerciale di una Ferrari o di una Lamborghini, ma il suo impatto mediatico e il suo status di "auto da sogno assoluta" sono stati enormi.

Era la risposta italiana alla Bugatti EB110 e alla McLaren F1, un'auto che incarnava l'idea di ingegneria estrema e lusso senza compromessi. La sua rarità l'ha trasformata in un oggetto di culto per i collezionisti, e oggi, gli esemplari superstiti sono valutati cifre astronomiche nelle aste specializzate. La Cizeta V16T ha dimostrato che la passione e la creatività possono superare i vincoli della produzione di massa, creando qualcosa di veramente speciale.


Gli interni della Cizeta V16T
Gli interni della Cizeta V16T

Conclusioni Finali: L'Eredità della Cizeta


La Cizeta V16T è più di una semplice auto. È un promemoria che nel mondo delle quattro ruote, l'audacia paga. Nonostante la sua storia tormentata e la produzione quasi inesistente, ha saputo ritagliarsi un posto d'onore nella storia delle hypercar. È la testimonianza di un'epoca in cui si osava spingere la tecnologia al limite, senza paura di esagerare.

Oggi, ammirare una Cizeta V16T significa osservare un pezzo di storia, un monumento all'ingegneria italiana e a quel desiderio infantile di creare qualcosa di incredibile, qualcosa che nessuno ha mai osato costruire prima. Rimarrà per sempre la supercar dal motore V16, il ruggito di un sogno che ha sfidato la ragione e ha vinto, almeno per un breve, indimenticabile periodo.

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